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C'erano più volte non consecutive due fratellini gemelli siamesi per la pelle dei gomiti che vivevano tutti da soli in un casetta di marzapane, Palmiro Marzapane, il loro austero padrone di casa, che li chiamava confidenzialmente "dei gomiti che vivevano in" e li menava sulla vertebra epistrofeo con un cricetone obeso di centoquindici chili. I due bambini si chiamavano Engels ed Hegel Esposito e, come appare chiaro dal cognome, pur avendo nomi tedeschi erano nati in Cambogia. Il piccolo Hegel aveva problemi a farsi comprendere dagli altri e spesso anche da se stesso. Parlava, parlava, parlava, scriveva anche, ma nessuno lo capiva. All'asilo, un giorno, offrì una mela alla maestra dicendo: "Eccole un fenomeno dello Spirito". La maestra rise, prese la mela, diede un morso, e sentì effettivamente lo Spirito, alchool denaturato puro al 200% che le ustionò l'apparato digestivo e sulla fiducia anche quello circolatorio.
La maestra rise di nuovo, diede un altro morso, si ustionò ancora, artigliò la crapa di Hegel, ci diede un altro morso e vomitando coriandoli si sparò sulle falangette con un grosso fucile da caccia trovato il giorno prima in un sacchetto di patatine prussiane gusto lungo al sapore di sapore.
Il piccolo Engels buttò nel cestino la maestra, prese la mela, la divise in parti uguali e disse alla classe: "Questa la mettiamo in comune. Ma non fateci l'abitudine." "Invece la faremo!" urlò un bimbo tetro seduto in fondo alla classe. "Zitto, Stalin!" imprecò la maestra dal cestino stupendo tutti, visto che non aveva più l'apparato fonatorio, e neanche quello focatorio, adibito alla produzione e immissione di foche nel sangue.
"Come lo chiamiamo, questo coso?" chiesero in coro i fratellini Marx. "Liberismo!" propose il piccolo Adam Smith, che fu subito appeso al gancio del calendario e impalato al muro con il compasso da lavagna.
"Comunanza!!!" propose il francesino Fourier con la sua deliziosa erre moscia, che nel termine non c'era ma da lui fu pronunciata, perché aveva l'abitudine di sostiture i punti esclamativi con la parola ramarro. E anche Fourier lo faceva. "No. Mica ci dobbiamo sposare tutti quanti noi insieme. Quello si chiama Orgia." rimbeccò Hegel. "Qualunque sarà il suo nome, un giorno dominerà il mondo!" dissero i fratellini Marx, e tutti risero e applaudirono a questa fantastica battuta. Sarebbero diventati bravissimi comici, era ovvio, tutti tranne uno, Carluccio, che si curava solo della sua folta barba bianca, cosa normale per un filosofo, ma non a tre anni e mezzo.
La discussione avvampò ustionando la faccia a tutti. Il piccolo Stalin saltò sulla cattedra e propose di occupare l'asilo. "Per quanto?" chiesero gli altri. "Per cinque anni! Faremo un piano quinquennale!" urlò pieno di entusiasmo, e mentre diceva questo diceva questo, non potendo dire due cose diverse contemporaneamente.
"No! Non è giusto infrangere la legge! O danneggiare gli altri! Pace! Amore! Andiamo a disegnare le paperelle con i pastelli a cera!" disse il pacifista del gruppo. "Tu non capisci una mazza, Adolph!" urlò Stalin, e gli saltò al collo. Hitler si scansò e Stalin crollo addosso a Lenin. "EHI! Ma devi starmi sempre attaccato?! Te ne vai o no?!" disse il fanciullo mentre ballava una lambada con una lombata molto sexy che aveva incontrato a casa tua.
Urtato dall'offesa subita e dal muro contro cui si era spalmato, Stalin prese in mano la situazione, le diede una scrollata, si accorse che ciò che aveva in mano non era la situazione e tirò su la zip dei jeans. "Basta! Carluccio, vai alla lavagna e segna i buoni e i cattivi!" disse "In base a che?" chiese Carluccio. "Se mi contraddicono sono cattivi." rispose Stalin. "E che gli farai?" chiese Carluccio. "Li manderò nel freezer." rispose Stalin. I posti freddi lo avevano sempre affascinato.
E tutti esclamarono pieni di meraviglia: "Sterno-cleido-mastoideo!".

ENIF


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