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C'era una volta che copriva una loggia e sotto la loggia una piccola fiammiferaia che questuava in serbo-croato. "Sono mendica!" guaiva mentre innaffiava di kerosene i passanti. "Perché guaisci?" le chiese una pantegana in frak e monocolo. "Sono povera perché... non posso dirlo a una pantegana!" rispose infastidita la fiammiferaia, e fece cadere il discorso, che rimbalzò due volte sul selciato e rotolò via verso l'orizzonte.
"So perché sei misera" sibilò la pantegana facendo saltare sul palmo della mano un orecchio di Evander Holyfield, ma poi si ricordò che non aveva mai avuto le mani e perciò l'orecchio, che non aveva una buona cera, si dileguò imprecando in una lingua qualsiasi del ceppo ugrofinnico della famiglia delle lingue uraliche.
"No che non lo sai!" urlò a gola squarciata la fiammiferaia. La sua voce graffiò l'aria notturna con le unghie sporche di terriccio lunare. "Vieni con me e risolverai il tuo piccolo problema" disse la pantegana dopo cinque ore di silenzio perplesso. La piccola fiammiferaia annuì. E annuì. E annuì. E annuì. E annuì. E poi saltò sedici volte sul posto, confermando le sue particolari attitudini all'atletismo più esasperato.
La pantegana condusse la fiammiferaia in un porto di mare, tranne le finestre che erano di vetro. Camminarono per ore e ore sotto la pioggia la neve, e una fitta grandinata di armadi Foppa-Pedretti.
Alfine giunsero a destinazione, in un luogo talmente anonimo che neanche lui sapeva come si chiamava. "Dove siamo?" chiese la fiammiferaia, stringendosi nel suo cilicio di ricci di micio. "Nel mio antro, cara sua" rispose la pantegana con gli occhi che brillavano di un'oscurità innaturale.
"Sei mia, adesso!" urlò la pantegana. "E adesso?" chiese perplessa la fiammiferaia. "Anche adesso!" fece di rimando la pantegana. "E adesso?" disse la fiammiferaia ancora più perplessa. "Anche adesso!" rispose spazientita la pantegana. Dopo sette ore di conversazione botta e risposta, la conversazione si stufò di tutte quelle botte e decise di veleggiare verso lidi più prosperi.
La pantegana era sul punto di saltare addosso alla fiammiferaia quando la figlia di una triglia di Marsiglia dalla maglia di ciniglia fece un buco nella chiglia della nave dove le due si erano infilate, dando vita ad un colpo di scena fortissimo, tanto forte che provocò alla scena una lussazione della scapola destra.
"Affondiamo!" strillò la pantegana annaspando nell'acqua alta fino alle ginocchia di un lamellibranchio di altezza standard. "Anneghiamo!" confermò la fiammiferaia con un tono alquanto saccente che urtò i sentimenti dell'àncora. E morirono felici perché.

ENIF


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