CANZONE “ME LA DAI”

di Lucan de Contatorn

Il componimento si sviluppa attorno alla tempesta ormonale dell’autore che tanto vuole ma poco ha.

(VERSIONE “INTERPRETATA”)

Quando ‘riva l’erba e foglia nasce

Rollo i fiori sul ramo,

vedo usignoli acuti e limpidi

leva la voce che rompe i maroni,

gioia non ho di lui, ma ho gioia nei fiori,

e godo di me, e di quella gran porca madonna:

figa da ogni parte e stretto tengo il membro,

che gioia, sotto la panza la mazza avanza.

 

Tanto porca, la madonna; la tengo cara!

E tanta libidine farei con lei,

che di me un cazzo conosce

e nulla chiedo da lei, solo gnocca pretendo.

Ma ella conosce il mio membro!

E quando lo vede mi benefica e onora,

e quando sega, a me piace. e non sopporto la mancanza dei suoi favori…

perché io venga non ho biasimo!

 

Mi meraviglio che possa resistermi

Che non le manchi il mio membro:

quand’io vengo su madonna io la miro,

i suoi begli occhi inzozzati le stanno così bene!

A stento me lo tengo, io ingropperei lei.

Così farei, se non fosse per il tuo odore,

chè mai sentii su corpo un odore così colorito

negli uffici d’estate, con sudore lento.

 

Sola e pulita vorrei trovarla

Che dormisse narcotizzata o di canne dormire,

per inculcarle un dolce membro,

poiché non sono così scemo da chiederglielo.

Orco Dio, donna, poco facciamo l’amore:

perdi tempo, trovi scuse e perdo il miglior intento.

Intenderci dovremmo a segni subdolamente

E poiché sol pompa non vale, ci voglio trombar

 

S’io sapessi gettare il membro,

le mie amiche avrebbero tanti bamboli,

si che nessuno saprebbe immaginare

dire cosa io farei di danno.

Allora so che potrei dartelo anche più gentile:

con i suoi orendi occhi e l’inzozzato viso,

e baciarle le labbra, ma non quelle labbra che pensi tu,

si che per un mese ve ne terrebbe il segno.

 

Ahimè, come muoio di seghe!

Spesso vengo tanto in fantasie:

se baldracche potrebbero rapirmi

e mi accorgerei di quello che mi facessero…

Orco dio, roia, ben più facile è per te

Scarsi pensieri e senza protezione!

Perdinci, madonna, ormai nulla distinguo

Troppe canne ch’io fumai per soddisfare il desìo.

 

By Tato’s Games 2005

 

http://www.tatogame.tk

 

CANZONE DI PRIMAVERA

Di Bernart de Ventadorn

Il componimento sviluppa il rapporto tra la suggestione primaverile e il desiderio amoroso.

(VERSIONE ORIGINALE)

Quando erba nuova e nuova foglia nasce

E sbocciano i fiori sul ramo,

e l’usignolo acuta e limpida

leva la voce e dà principio al canto,

gioia ho di lui, ed ho gioia nei fiori,

e gioia di me, e più gran gioia di madonna:

da ogni parte son circondato e stretto di gioia,

ma quella e gioia che tutte l’altre avanza.

 

Tanto amo madonna e l’ho cara,

e tanta reverenza e soggezione ho per lei,

che di me non ardii parlare mai

e nulla chiedo da lei, nulla pretendo.

Ma ella conosce il mio male e il mio duolo

E quando le piace mi benefica e onora,

e quando le piace io sopporto la mancanza dei suoi favori,

perché a lei non ne venga biasimo.

 

Mi meraviglio come posso resistere

Che non le manifesti il mio talento:

quand’io veggo madonna e la miro,

i suoi begli occhi le stanno cosi bene!

A stento mi tengo dal correre a lei.

Così farei, se non fosse per timore,

chè mai vidi corpo meglio modellato e colorito

agli uffici d’amore così tardo e lento.

 

Sola vorrei trovarla

Che dormisse o fingesse di dormire,

per involarle un dolce bacio,

poiché non ho tanto ardire da chiederglielo.

Per Dio, donna, poco profittiamo d’amore:

fugge il tempo, e noi ne perdiamo la miglior parte.

Intenderci dovremmo a segni copertamente ,

e poiché ardir non ci vale, ci valga scaltrezza.

 

S’io sapessi gettar l’incantesimo,

i miei amici diventerebber bamboli,

si che niuno saprebbe immaginare

dire cosa che ci tornasse a danno.

Allora so che potrei rimirare la più gentile

ed i suoi occhi belli e il fresco viso,

e baciarle le labbra per davvero

si che per un mese ve ne parrebbe il segno.

 

Ahimè, come muoio dal fantastichare!

Spesso vanisco tanto in fantasie,

che briganti potrebbero rapirmi

e non m’accorgerei di che facessero.

Per Dio, Amore, ben facile ti fu soppraffar me

Scarso d’amici e senza protettore!

Perché una volta madonna così non diristringi

Prima ch’io sia distrutto dal desìo.

 

By Bernart de Ventadorn 1200 circa.

 

Purtroppo, o per fortuna, non ha un sito.

 

Tutto questo e molto altro nell’ANGOLO DELLA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA!!

http://afc.zapto.org/ Demenza e… basta.

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